FILM COLLETTIVI

Immaginiamoci  di fronte a 20 persone. Un gruppo eterogeneo per età e per origini.
Sono studenti, lavoratori, disoccupati, qualcuno abita in periferia, altri in pieno centro.
Alcuni sono italiani, altri di origini straniere.
Insomma un gruppo di persone a prima vista molto differenti tra loro.
Una cosa sicuramente li accomuna: in tasca avranno tutti uno smartphone.
Eccolo il nostro prezioso strumento, proprio quello che  durante il giorno è fonte continua di distrazione, che ci fa camminare a testa bassa con gli occhi incollati sullo schermo.
Il nostro smartphone può diventare uno strumento attivo, una piccola telecamera portatile, un occhio esterno con il quale catturare e mandare immagini in qualsiasi momento, immagini preziose, intime, a cui non arriveremmo mai con le tecniche classiche di ripresa.
L’obiettivo del percorso è quello di realizzare un film corale con i materiali che ogni membro
del gruppo sarà in grado di produrre seguendo un tema specifico.

IL GRUPPO COME PUNTO DI PARTENZA
Il cuore pulsante di questo progetto è il gruppo stesso.
Il punto di partenza sono le persone che comporranno il gruppo nella loro preziosa individualità e diversità di pensiero, espressione, punti di forza e fragilità; e nella capacità che avranno di relazionarsi gradualmente agli altri.
Come in un documentario di ricerca dove non sappiamo fino in fondo cosa troveremo,
qui non sappiamo con precisione chi farà parte del gruppo, lo scopriremo col tempo.
L’accento sul gruppo e sul racconto corale vuole essere un segnale rispetto a questi tempi segnati dall’individualismo, dalla competizione, dall’estetica del selfie.
Qui il discorso si capovolge, l’auto-narrazione diventa occasione per mettersi in rete e fare comunità.

Foto tratta dal laboratorio L’Adolescenza delle Città / Fondazione G. Feltrinelli