Amore e basta

Amore è un gran casino
Dà energia come le verdure
È la vita, è complicato, è un fuoco di artificio
Amare, amare soprattutto
È passione, pazienza e medicina
Amore è la mia famiglia
Per prima, c’è la mamma
Nascere, un gesto di amore in tempo di guerra
Amore non c’è, amore lontanissimo
Non capita a tutti
Difficile se non è ricambiato
Amore è un coltello, è una pistola
L’amore è andare in bici quando è estate
L’amore è un gelato, pizza e cioccolato
Svegliarmi pensando a lei
Amare è come bere acqua
Fare spazio, fare crescere, fare parte
L’amore è una rivoluzione
Amore è una domanda difficile
Amore
Amore e basta

AMORE E BASTA – Un’inchiesta a Milano
50′ / ITA / 2016 / ASNADA

Un progetto di Asnada  sviluppato all’interno della scuola Isola del Tesoro rivolta ad adolescenti.
Un anno di scuola per produrre una video inchiesta sul tema della città e dell’amore
ispirandoci ai Comizi d’amore di Pasolini.

“Prima di iniziare ad entrare nel vivo del film abbiamo lavorato molto sull’intervista. Imparare a fare un’intervista presuppone due passaggi fondamentali: la preparazione delle domande e l’ascolto delle risposte. Abbiamo introdotto l’intervista sperimentandola su noi stessi. C’era un intervistato e il resto della classe in semicerchio. Un cucchiaio di legno segnalava chi voleva fare una domanda.
Una volta compreso bene il meccanismo dell’intervista abbiamo introdotto il tema dell’amore e della città, di fatto abbiamo iniziato la nostra inchiesta. Il pensare alle domande in modo più specifico assieme ai ragazzi è stato un esercizio bellissimo, ci siamo resi conto di quanto il formulare una buona domanda non sia affatto facile. Con i ragazzi abbiamo anche raccolto le idee rispetto ai luoghi in cui saremmo andati a fare le interviste.
Così sono iniziate le uscite in città, armati di domande che col tempo si sono affilate, alla ricerca di persone che avessero voglia di rispondere.
Così sono iniziate le uscite in città, armati di domande che col tempo si sono affilate, alla ricerca di persone che avessero voglia di rispondere. Le uscite sono stati momenti molto forti. Andare a incontrare sconosciuti, porgli domande sull’amore richiede molto coraggio. La paura che nessuno risponda, di essere rifiutati, di non riuscire a parlare, è forte. La sorpresa però è che nella maggior parte dei casi le persone si fermavano, avevano voglia di parlare e fare le domande non era poi una cosa così difficile. Quando nelle prime uscite abbiamo abbiamo visto che le nostre interviste funzionavano, la paura si è sciolta e abbiamo provato un grande entusiasmo.
Alcune interviste sono diventate materiale scolastico che riascoltavamo in classe, preziose per la raccolta di lessico, per la comprensione e per la trascrittura.

Alla fine le interviste raccolte sono state tantissime e hanno dato voce a tante idee diverse. In questo percorso anche i ragazzi hanno iniziato a capire meglio i temi trattati. Ci sono stati momenti informali nei quali i ragazzi si scambiavano opinioni rispondendo alle stesse domande che facevamo agli intervistati.”

Pezzettino per pezzettino il nostro film è stato assemblato. Esiste, ha un titolo di testa e uno di coda, ora deve solo essere visto.
In questo senso si possono programmare 2 proiezioni: una interna alla classe e una pubblica.
La proiezione interna può avvenire negli ultimi giorni di scuola. E’ la restituzione al gruppo del grande lavoro fatto assieme. Proiettando in classe si può sperimentare una visione in un ambiente protetto, tra compagni di avventura, ci sentiremo liberi di ridere, di fare commenti, di concentrarci e di sbadigliare se ci stiamo annoiando. Ci vedremo sullo schermo, in formato gigante. Alla fine della proiezione si analizza il film assieme, è il momento di raccogliere i pareri, le impressioni.
Cosa ci è piaciuto di più? Cosa di meno? Ce la sentiamo di mostrarlo all’esterno?
L’ultima proiezione è quella all’esterno, aperta ad un pubblico più vasto fatto di amici, parenti, colleghi, educatori. E’ importante che la proiezione sia curata al meglio, su un grande schermo, con un buon audio, in uno spazio adatto. Dobbiamo sentirci al cinema in un contesto che renda onore al grande lavoro fatto. Il frutto del nostro lavoro sta per essere visto all’esterno, il cuore batte forte, la sala si riempie. La luce si spegne, il film inizia a scorrere. In questo momento, quando occhi sconosciuti vedono, il lavoro fatto acquista un enorme valore, diventa un ponte verso l’esterno, comunica qualcosa di noi, noi come singoli e noi come gruppo. La restituzione pubblica è di importanza fondamentale perchè rende un lavoro vero, concreto, misurabile al di fuori dell’ambiente
protetto che è la classe. Quando le luci si riaccendono e scatta l’applauso sappiamo che quello è un applauso per noi, per un attimo siamo protagonisti ma non siamo soli, siamo parte di un percorso. In questo momento scopriamo che le cose che abbiamo imparato possono aiutarci a uscire, a comunicarci. Alla fine abbiamo fatto un film, l’abbiamo proiettato e abbiamo anche ricevuto un applauso. Chi l’avrebbe mai detto.”

ph. Isola del tesoro 2016 / Asnada